Il Vescovo Zinelli chiamò don Antonio Bianchetto a sostituire don Sforza nella guida pastorale della parrocchia, uno dei preti che più riteneva capaci, e ciò per l’affetto che lo legava alla popolazione di San Zenone. Bianchetto, nato a Treviso da una famiglia agiata, il 24 maggio 1833, a soli 22 anni venne ordinato sacerdote nel 1855. Svolse la sua opera prima presso la chiesa di Santo Stefano a Treviso e poi come professore di storia e di matematica presso il Ginnasio del Seminario. Fu nominato parroco il 28 giugno 1873 e fece il suo ingresso pastorale il 7 settembre dello stesso anno. Appena arrivato, la sua preoccupazione fu quella di completare la nuova parrocchiale dandole un campanile adeguato, e di questa immediata preoccupazione si ha traccia in una lettera del Vescovo Zinelli indirizzata a don Bianchetto e datata 24 ottobre 1873 (solo un mese dopo il suo arrivo). Però, la preoccupazione principale di don Bianchetto era quella di istruire cristianamente i propri parrocchiani, vista la non positiva osservazione di Mons. Zinelli. Nella visita pastorale del 1867, il Vescovo, infatti, aveva osservato che esisteva “una dottrina non molto soddisfacente”. Per ottenere questo, aiutò la parrocchia anche con iniziative sociali ed economiche come la Società di Mutuo Soccorso, che ben presto fu trasformata in Cassa Rurale e l’ Unione Agricola. Il 1 agosto 1885 l’arciprete fu nominato canonico onorario del capitolo della cattedrale. Ma non termina qui l’opera di Mons. Bianchetto, che a San Zenone è ricordato soprattutto per il nuovo Santuario della Madonna del Monte. Il 2 giugno 1890 Mons. Bianchetto scriveva al Vescovo queste parole: “La chiesa che esiste sul monte della Madonna minaccia rovina. Sarebbe quindi desiderio di questa popolazione demolirla e di costruire nel medesimo luogo un tempietto di stile lombardesco, che ricordi i tempi degli Ezzelini, sopra cui avanti si innalzerebbe la nuova fabbrica. Il sottoscritto a nome dei suoi parrocchiani presenta istanza a V E. perché si degni di concedere la relativa facoltà. Baciandole il sacro anello mi protesto Antonio can. Bianchetto”. La risposta del Vescovo, Mons. Giuseppe Apollonio, fu la seguente: “Lodo il progetto; permetto che venga attuato e benedico Mons. arciprete e tutti quelli che lo aiuteranno a mettersi in opera quella molto religiosa e felice idea Giuseppe Vescovo”. Si iniziò così l’opera di costruzione del Santuario. La chiesa fu ideata dal prof. Carlini di Treviso in stile lombardesco, sotto la direzione del signor Francesco Spagnolo, capomastro, con la collaborazione di tutto il popolo e decorata dal pittore Noè Bordignon. Fu inaugurata il 22 novembre 1891. L’anno seguente venne aggregata alla Basilica Lateranense. Tutte queste gioie sembravano non dover mai conoscere ombre, le quali però già si affacciavano all’orizzonte per esplodere il 21 novembre 1893, giorno dell’inaugurazione del nuovo campanile e delle campane del Santuario. Motivo della discordia furono i nomi del parroco e dei fabbricieri sulle campane come voleva la consuetudine del tempo. Si arrivò a cancellarli. Mons. Bianchetto, amareggiato, per questo pianse e dopo la Pasqua del 1894 decise di andare in pellegrinaggio in Terra Santa. Ritornato, durante la sosta nella casa paterna, morì improvvisamente il 4 giugno 1894. In parrocchia si erano preparate grandi feste per il suo ritorno, ma il 6 giugno il popolo Sanzenonese si ritrovò unito ad accompagnare il proprio parroco accanto alla tomba di don Sforza, dove aveva chiesto di essere sepolto. |
Mons. Antonio Bianchetto
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